Se sei alla ricerca di informazioni sulla gastronomia abruzzese questa è la guida giusta. Ti presentiamo alcune pietanze della tradizione culinaria e uno dei primi piatti più conosciuti nella provincia di Teramo: le scrippelle. Scopri la tipica cucina abruzzese e preparati a realizzare un primo piatto semplice, ma delizioso, da condividere con gli amici e da leccarsi i baffi. Iniziamo.
Gastronomia abruzzese: quali sono le sue peculiarità?
Ogni regione ha la sua gastronomia tipica e, molto spesso, è difficile cavarsela con una risposta breve quando viene domandato: “com’è la gastronomia abruzzese?”. La prima caratteristica che salta fuori è sicuramente collegata alla grande varietà di prodotti. L’Abruzzo, grazie alla sua posizione privilegiata e l’unicità di custodire al suo interno montagna e mare a poche ore di macchina tra di loro, può proporre un menù di tutto rispetto che spazia tra questi due mondi, quello della terra e quello del mare. Da una parte la tradizione pastorale abruzzese vive tutt’oggi fieramente con i suoi piatti di carni pregiate, le aziende agricole locali che coltivano e allevano “alla vecchia maniera”, terreni, nelle zone più rurali, ancora incontaminati. Un esempio su tutti? Gli arrosticini di pecora, cavallo di battaglia abruzzese, conosciuto a livello nazionale. Un’altra eccellenza è sicuramente la carne di agnello. L’Abruzzo ha una prestigiosa storia come area perfetta di allevamenti ovini. I paesi e i borghi che sorgono tra le montagne della Laga e del Gran Sasso sono ricchi di attività che si dedicano alla cura di carni di agnello pregiate, tanto che oggi possiamo distinguere due tipologie di riconoscimenti:
- il marchio collettivo “Buon Gusto Agnello d’Abruzzo” che ne valorizza l’esclusiva produzione locale
- il marchio IGP “Agnello del centro Italia” che si riferisce all’agnello nato e allevato nelle aree dell’Italia centrale, ossia in Abruzzo, nel Lazio, Toscana, Umbria, sulle colline e montagne dell’Emilia Romagna e nelle Marche. Questo tipo di agnello si nutre di latte materno e di foraggi, con piccole integrazioni di granaglie, se necessario.
Oltre agli arrosticini di pecora ci sono molte altre ricette altrettanto valide, meno commercializzate e più consumate nelle province che le hanno dato i natali. Se ti dovessi trovare nella provincia di Teramo non mancare di provare il tacchino alla Canzanese: secondo piatto con una lunga storia e lavorazione.
Carne, pesce fresco, vini e formaggi pregiati, ricchi primi e dolci per ogni gusto: il cibo abruzzese piace a tutti.
Continuando la nostra rapida analisi sulla cucina della regione Abruzzo, possiamo far spazio al mare e al fresco pescato locale che viene servito ogni giorno nei ristoranti dell’area di Pescara e, in generale, in tutta la zona costiera. Si tratta delle tipiche varietà dell’Adriatico che potremmo riassumere descrivendo uno dei piatti di pesce più conosciuti: il brodetto. Il brodetto di pesce abruzzese è una ricca zuppa di pesce preparata in modo leggermente diverso in base alla zona dove viene cucinata. In generale, però, gli ingredienti sono i frutti di mare (cozze, vongole e altri) e un misto di panocchie, seppie, merluzzo, triglia, cefalo, sogliola, palombo e scampi. Il brodetto alla vastese, tra quelli più conosciuti, si realizza cuocendo le diverse specie di pesci con tempi diversi e lo strumento madre è il tegame di coccio. Dalla carne al pesce, la gastronomia abruzzese non manca, anche, di saporiti primi, pregiati prodotti come lo zafferano di Navelli, i confetti di Sulmona, dolcezze dalle ricette più semplici alle più raffinate e celebrate da famosi artisti come accadde con il Parrozzo per mano di Gabriele D’Annunzio che lo descrisse come il “più dolce di qualsiasi cosa dolce”. Famosa è anche la tradizione casearia con il pecorino di Farindola, caciotte e mozzarelle di ogni tipo e il reparto vitivinicolo che si pregia del rosso DOC Montepulciano d’Abruzzo. Il consiglio: all’interno del nostro sito ci sono guide e ricette dei più conosciuti e tradizionali prodotti fino a consigli su come acquistare online in tranquillità. Se questa panoramica ti ha mosso l’appetito ti suggeriamo di continuare la lettura della guida per appuntare la gustosa ricetta delle scrippelle e navigare all’interno del sito per godere di tutti i contenuti che ti abbiamo riservato alla scoperta dell’Abruzzo.
Primo piatto tradizionale abruzzese: le scrippelle.
Le scrippelle sono un tipico primo piatto abruzzese cucinato prevalentemente della zona teramana e che ben si prestano a essere utilizzate in tanti piatti, in primis nelle prime portate, ma anche nelle varianti dolci e salate. A guardarle si direbbe che le scrippelle siano uguali alle crepes francesi, ma, a differenza della classica ricetta che prevede l’utilizzo del latte nelle crepes, gli ingredienti delle scrippelle sono semplicemente acqua, farina e uova. Si crea così una versatile pastella adatta anche a chi è intollerante al lattosio e ottimi piatti con scrippelle sia abbinate al brodo, sia fritte che cosparse di zucchero a velo nella loro versione più golosa. Da dove nascono le scrippelle? Le scrippelle, o meglio conosciute in italiano come crespelle, così simili alle crepes francesi hanno indotto molti a chiedersi chi veramente abbia creato questa deliziosa ricetta per primo. E, in effetti, l’Abruzzo potrebbe vantare questo primato. Andando a studiare la storia si narra che la loro creazione sia stato un “piacevole errore” risalente all’Ottocento. Alla mensa degli ufficiali francesci a Teramo pare vennero servite le prime scrippelle ‘mbusse della storia grazie all’errore dell’aiuto cuoco Enrico Castorani che fece, inavvertitamente, cadere le scrippelle in un recipiente colmo di brodo. A quel tempo venivano servite come sostituto del pane per offrire una pietanza più consistente e lavorata. Cosa è successo, poi? L’aiuto cuoco non si demoralizzò e decise di servire le scrippelle nel brodo come piatto unico creando, inconsapevolmente, una prelibatezza apprezzato nei secoli. Quante varianti di ricette si possono realizzare con le scrippelle? Quando a Teramo e provincia si nominano le scrippelle si da per scontato che si stia parlando delle scrippelle ‘mbusse ossia scrippelle immerse in abbondante brodo di gallina per un primo saziante e tipicamente invernale. In generale, le varianti sono essenzialmente tre:
- le scrippelle ‘mbusse con il loro gusto delicato, con brodo di gallina o di pollo, una spolverata di parmigiano o pecorino abruzzese. Perfette per riscaldare le giornate invernali;
- il timballo di scrippelle che, in sostanza, potremmo definire come “l’altro modo di cucinare la lasagna”. Le scrippelle, infatti, vengono usate al posto della pasta sfoglia e riempite con i condimenti che più si preferiscono;
- le scrippelle in forno: si preparano le scrippelle già cotte in padella e poi le si usa per creare dei cannelloni e riempirli, ad esempio, di ricotta e spinaci. Aggiungendo del formaggio e un po’ di passata di pomodoro. Oppure lasciarle nella versione in bianco.
Ricetta delle scrippelle: pochi e semplici ingredienti per un ottimo risultato garantito.
Le tre varianti contengono ingredienti a discrezione di chi le prepara. Ad esempio nel timballo di scrippelle potreste insaporirle optando per la variante classica con salsa di pomodoro, polpa macinata di manzo, mozzarella, noce moscata assieme ancora ad altri ingredienti. Oppure scegliere di creare un timballo di verdure evitando il pomodoro, inserendo magari della ricotta e le vostre verdure preferite. Se ai gusti non si può comandare, la ricetta delle scrippelle classica è unica e sola con i suoi ingredienti a prova anche dei meno allenati in cucina. Possiamo, quindi, consigliare le seguenti dosi:
- 4 uova
- 4 cucchiai di farina
- 250 ml di acqua
- 1 cucchiaio di olio per ungere la padella dove andranno cotte le scrippelle.
Procedimento: Come è facile capire, tutto dipende dalla quantità che se ne vuole produrre. In linea di massima, va considerato un uovo per ogni cucchiaio (ben pieno) di farina. Anche un cucchiaio e mezzo, se lo si preferisce. E l’acqua a filo che si va ad aggiungere deve essere amalgamata nell’impasto con l’obiettivo di renderlo liquido e senza grumi. Il nostro consiglio è, quindi, quello di prendere le dosi come linee guide e poi sperimentare e lasciar fare alla fame…più ne avrete e più avrete voglia di scrippelle! Prima di concludere la nostra guida è d’obbligo citare gli spaghetti alla chitarra. Vengono così chiamati i tipici spaghetti abruzzesi realizzati con semola di grano duro, uovo, un pizzico di sale e lavorati con il loro tradizionale strumento dedicato che si chiama, appunto, “chitarra”: una intelaiatura di legno composta da fili d’acciaio tesi. Proprio per questo motivo, guardandola, la si associa all’omonimo strumento musicale. Gli spaghetti alla chitarra si realizzano premendo la pasta contro questa intelaiatura e il risultato sono spaghetti sostanziosi, spessi e dalla consistenza perfetta a trattenere il condimento. E adesso…buon appetito!